Patriota e storico italiano. Iniziò giovanissimo il mestiere di
giornalista collaborando come corrispondente all'"Istria", giornale
irredentistico di P. Kandler. Fu nominato per due volte podestà di
Albona: una prima volta dal 1847 al 1849 e la seconda dal 1851 al 1856. Nei
periodi in cui mantenne questa carica difese contro l'Austria la lingua e
l'italianità della sua terra. Costretto a esulare, si trasferì nel
1861 a Milano dove divenne l'elemento di maggior spicco del comitato politico
dell'emigrazione veneta. In seguito ebbe anche un ruolo dirigente nel comitato
politico veneto centrale che aveva la sua sede a Torino. Nel 1866 fu l'animatore
del comitato d'azione triestino-istriano. Tornò più volte ad
Albona per svolgervi attività di studio archeologico e del folclore
locale fino a quando le autorità austriache non glielo impedirono
definitivamente. Opere:
Saggio di bibliografia istriana (1864);
Mattia
Flacio, istriano di Albona (1869);
Tradizioni popolari albonesi
(1892) (Albona, Istria 1818 - Venezia 1894).